Luce, acqua, aria: da queste parti ne hanno da vendere.
Le porte automatiche scorrono di fronte a me e, sfilando gli occhiali da sole, entro nel moderno terminal dell'Aeroporto del Salento Papola – Casale.
Procedo a passo spedito verso la PP Lounge dove trovo ad attendermi il primo ufficiale e gli assistenti di volo, pronti a partire.
Oggi lavorerò con un ottimo equipaggio, la giornata volge al meglio.
Ci muoviamo in gruppo verso l'imbarco e passiamo tra due ali di passeggeri in attesa al gate 2.
Ogni volta è come un cerimoniale: l'arrivo al banco, il controllo del tesserino da parte dell'hostess di terra, gli sguardi indagatori dei passeggeri.
Consapevole del ruolo che rivesto, in genere dispenso intorno a me sorrisi distensivi. Oggi c'è allegria tra i membri dell'equipaggio e sembra che questo influisca positivamente sui nostri passeggeri, a giudicare da come ci guardano...
Passo il gate e vengo accolto dalle interessanti prospettive del finger che porta all'aereo.
La moderna cabina dell'Airbus A320: compatta, ipertecnologica, un vero gioiello ai miei occhi. La condividerò con Massimo, primo ufficiale della PP International Airlines da circa un anno. Ogni volo aereo di medio o lungo raggio comporta dei lunghi periodi di “vigile attesa” mentre si vola stabilmente verso la meta: ecco, quando si vola con un copilota come Massimo non si corre il rischio di annoiarsi. Sarà il suo sangue toscano, fatto sta che volare con lui è uno spasso.
...
“Luci di navigazione?”
“Accese”
“Altimetro ed indicatore di rotta?”
“Impostati”
“Radio e strumentazione avionica?”
“Impostati per la partenza”
“Trim?”
“Impostato per il decollo”
“Checklist pre-rullaggio completata, grazie Massimo”.
E' in corso l'imbarco ed i passeggeri fanno il loro ingresso sull'aereo con un flusso ordinato e costante. Attraverso la porta aperta della cabina sento le loro voci: uomini, donne, bambini.
Storie in divenire, vite da scrivere.
Si affidano a noi per giungere alla loro meta. Saremo all'altezza delle loro aspettative.
Mi giro a guardare a che punto sia giunta la procedura d'imbarco ed incontro lo sguardo di un giovane passeggero in giacca e cravatta. Lo saluto con un sorriso e, scambiando due battute, noto nelle sue parole un innocente interesse per il volo. Lo invito a fare un salto in cabina quando saremo in fase di crociera.
Otteniamo dalla Torre di controllo di Brindisi l'autorizzazione al rullaggio fino alla pista 32. Mentre l'aereo procede docilmente sui suoi grossi pneumatici, mosso dalla lieve spinta delle turbine, Massimo spegne le luci della cabina ed io ne approfitto per presentarmi brevemente ai nostri passeggeri.
Motori alla massima potenza.
Rilascio i freni e l'aereo comincia una rapida accelerazione.
“130 nodi... 140 nodi... V1. Rotazione”.
Richiamo dolcemente la cloche e porto il muso ad un angolo di salita di 15 gradi.
La magia si ripete.
L'Airbus solca le nubi e sale con vigore verso i 20'000 piedi, quota fissata per il volo di crociera lungo la rotta 330. Io ed il primo ufficiale completiamo i protocolli radio e di navigazione di questa fase del volo e, dopo aver verificato la checklist per il volo in assetto stabile, iniziamo una stimolante discussione sullo sfacelo politico del nostro Paese. Il suo pungente sarcasmo tipicamente toscano non risparmia nessun componente del bestiario italiano.
Toc toc.
Un'assistente di volo apre la porta: “Capitano, c'è un passeggero che dice di essere stato invitato in cabina. Lo faccio entrare?”
“Certo! Lo aspettavo. Eccolo, Massimo. Ora cerca di ricomporti un po', ok? Allora...
Le piace volare, eh? Gliel'ho letto negli occhi”.
…
La porta della cabina si richiude dietro di lui. Una breve ma piacevole chiacchierata.
Passeggeri come questo gentile ed elegante uomo d'affari ti danno soddisfazione. Appassionati del volo, nonostante i ritmi incalzanti del loro lavoro riescono ad apprezzare la bellezza del viaggio in sé e non ne dimenticano il valore.
Il cielo è completamente in fiamme.
Lo spettacolo è lì davanti ai nostri occhi. In silenzio lo guardiamo.
La poesia delle nuvole mi lascia a bocca aperta.
Soffici, delicate, imponenti, sottili...
Sempre nuove, sempre in movimento, hanno il ritmo e la forza della vita.
A volte intimoriscono e dispiace andare a disturbarle.
A volte sono una fitta barriera che vuoi solo superare per arrivare, finalmente, al blu, al sole.
Altre volte, ed è lì che diventano straordinarie, sono una meravigliosa cornice che arricchisce, dà colore e fa volare la fantasia, il sogno, l'amore.
“Vanno
vengono
ogni tanto si fermano
e quando si fermano
sono nere come il corvo
sembra che ti guardano con malocchio.
Certe volte sono bianche
e corrono
e prendono la forma dell’airone
o della pecora
o di qualche altra bestia
ma questo lo vedono meglio i bambini
che giocano a corrergli dietro per tanti metri.
Certe volte ti avvisano con rumore
prima di arrivare
e la terra si trema
e gli animali si stanno zitti
certe volte ti avvisano con rumore.
Vengono
vanno
ritornano
e magari si fermano tanti giorni
che non vedi più il sole e le stelle
e ti sembra di non conoscere
più il posto dove stai.
Vanno
vengono
per una vera
mille sono finte
e si mettono lì tra noi e il cielo
per lasciarci soltanto una voglia di pioggia.”
Il cielo su Torino è completamente terso. La luna illumina il nostro percorso verso le luci verdi, bianche e rosse di Caselle.
L'avvicinamento ILS di precisione ci porta a toccare morbidamente la pista 36. Oltre la porta della cabina di pilotaggio percepisco l'apprezzamento dei passeggeri per il volo appena concluso.
Rulliamo verso il terminal, infine lasciamo che il finger venga agganciato.
Mentre Massimo completa le procedure di spegnimento dell'aereo, indosso la giacca ed esco dalla cabina per salutare i passeggeri che stanno uscendo dal portellone anteriore.
Sorrido.
“Mi auguro di ospitarla nuovamente nella mia cabina, è stato un piacere portarla a destinazione.”
assolutamente da leggere con la musica in sottofondo!!!
RispondiEliminaemozionante, travolgente
Concordo a pieno!
RispondiEliminaSpero solo che il giovane business man in giacca e cravatta non sia pippo! Perderebbe davvero molto...!
Che umorismo da osteria...
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