What if I say you're not like the others?


Point Particle è un blog nato per ospitare le idee e i pensieri di chiunque voglia scriverci. Nella sua pur breve vita, ha accolto e fatto leggere pezzi molto diversi, scritti da persone molto diverse. Pezzi che forse raccontano la storia di chi li ha scritti, o magari l'accarezzano soltanto. Frutti di un'ispirazione che a volte riesce a disporre le lettere una di fianco all'altra proprio in quel modo che ti fa provare qualcosa di speciale. Un'ispirazione che si è manifestata in persone normali, come te e come me. Persone che hanno deciso di condividere qualcosa con chiunque passasse di qui, anziché perdere i propri pensieri nei meandri della mente.
Perché chi deposita qualcosa in questa piccola banca non ha niente da perdere, ma chi apre questa pagina e legge qualche pezzo ha molto da guadagnare.
E allora... Buona lettura!

martedì 9 febbraio 2010

The unforgiven

Sali le scale con la serenità di sempre. Ma quando arrivi alla porta la tensione sale, insieme ad un brivido lungo la schiena. E puoi sentire distintamente lungo il braccio la pelle d'oca che parte dalla spalla e arriva fino alla mano sudata che, chiusa in un pugno, sta per bussare alla porta. Toc Toc. "Avanti" senti dall'altra parte. Entri, silenzioso. "B-buongiorno..." riesci a farti uscire dalla bocca impastata. Lui è seduto con una coperta sulle gambe e un buon libro tra le mani. Alza lo sguardo e ti fa un sorriso al quale mancano troppi denti per non essere sincero. "Vieni qui, ragazzo!". Ti avvicini con una sedia che trovi in mezzo alla stanza e ti siedi al suo fianco. "E' successo di nuovo?" ti chiede lui. "Sì" rispondi tu. E quella risposta è un macigno. "Questa volta in che modo?". Gli mostri le maniche della camicia bianca ancora sporche di sangue e lui capisce. "Perchè?" esigendo una risposta sincera. "Lo stesso motivo dell'ultima volta. Sempre lo stesso dannato motivo". "Capisco". "Ti prego aiutami" e i tuoi occhi si fanno lucidi. "Sai che non posso farlo" ti fa secco lui. "Sì che puoi cazzo". "Stai calmo" e la sua voce è pacata ma decisa. Ti zittisce. Si avvicina al tuo volto e ti dà una carezza ruvida. "Non puoi andare avanti così. Ti stai rovinando. E io non posso continuare a lungo a fare finta di niente" ti dice dolce. "Ti prego fai quello che devi" sono le tue uniche parole. Ti guarda serio, e il suo sguardo è pieno di compassione. Tende le braccia verso il tuo capo e poi tutto d'un fiato: "Io ti assolvo nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Vai in pace figliolo." E senza più guardarti torna a leggere il suo libro. A te non serve altro. Ti alzi sollevato, contento. Lo ringrazi e ti avvii verso le scale. Fischiettando per la strada ti perdi tra la gente.

1 commento:

Scrivi nel campo bianco il tuo commento. Poi nella tendina seleziona "Nome/URL" e nel campo "Nome" digita il tuo nome. Grazie!