L'emozione che viene dalle passeggiate lungo i viali ariosi che tendono all'infinito o nelle ruelles spesso ricche di sorprese ben celate.
L'emozione suscitata da un'opera d'arte, sia essa conservata in un museo o per strada, sia essa un quadro o una canzone, uno spettacolo.
L'emozione di uno sguardo, di uno scorcio, di una notte.
Come questa.
Quando devo trascorrere la notte a Parigi l'appuntamento con la Torre è immancabile.
Già, la Tour Montparnasse: 210 metri d'altezza, esteticamente un pugno nell'occhio per l'armoniosa skyline parigina, ma dal Café al 56° piano la vista è davvero strepitosa.
Il rosso rubino del Beaujolais che sorseggio si riflette sull'ampia vetrata di fronte a me, mentre lascio che lo sguardo spazi verso i corridoi di luce ambrata, sui viali che richiamano il colore di un cielo ancor per poco rischiarato dal sole di ottobre.
Inevitabilmente vengo attratto da Lei, Regina incontrastata del Campo di Marte, la Tour Eiffel. Punta decisa verso il cielo, lo illumina col suo imponente fascio di luce e, allo stesso tempo, è ben ancorata alla sua terra, la domina dall'alto e la contraddistingue come solo una pedina di ferro alta 324 metri può fare.
Seguo i percorsi di luce color smeraldo e trovo, sulla destra, mirabilmente illuminato, l'imperiale Hôtel des Invalides. E poi ancora – che serata limpida! - intravedo le luci e immagino il traffico degli Champs-Élysées, sorvegliati dall'Arc de Triomphe, laggiù.
Mi viene naturale allora andare ancora più in là con lo sguardo, la serata lo consente e io ne approfitto. Ecco allora la macchia scura dell'enorme polmone di Parigi, il Bois de Boulogne. E laggiù le affascinanti altezze dei grattacieli de La Defense. E poi, e poi... In direzione Nord, quella luce nel cielo: qualche collega in avvicinamento finale a Beauvais – Tillé.
Il volo per Mosca parte alle 8.30. La sveglia all'alba è d'obbligo.
Esco dall'albergo e prendo Rue des Saints-Pères. Un taxi libero.
No, il richiamo della Senna è troppo forte... Ho tempo, lo prenderò tra dieci minuti.
Sbuco su Quai Voltaire e subito salgo sul Pont du Carrousel.
La città si sveglia lentamente e lentamente va a dormire.
Il fiume accoglie placido i primi chiarori del mattino, mentre le sagome scure di Notre-Dame e dell'Institut de France iniziano a prendere colore.
Dagli auricolari l'ipnotica melodia di Paris Sunrise #7 mi accompagna e mi fa gustare questo momento unico, mentre i pensieri vibrano nell'aria fresca come note.
Silenzio...
Sorrisi, luci.
Specchio per la mente.
Segni sottili e distinti.
Dolce presenza.
Il calore di un lungo abbraccio.
Soffici sopracciglia.
L'armonia di un accordo.
Nuovi orizzonti.
“Evviva il cielo che ci fa volare,
evviva la terra che ci fa sporcare,
evviva il silenzio che allena la mente,
evviva un sogno di pace splendente”.
Daaavvero suggestivo ed emozionante..bravo il nostro pilota preferito!
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