What if I say you're not like the others?


Point Particle è un blog nato per ospitare le idee e i pensieri di chiunque voglia scriverci. Nella sua pur breve vita, ha accolto e fatto leggere pezzi molto diversi, scritti da persone molto diverse. Pezzi che forse raccontano la storia di chi li ha scritti, o magari l'accarezzano soltanto. Frutti di un'ispirazione che a volte riesce a disporre le lettere una di fianco all'altra proprio in quel modo che ti fa provare qualcosa di speciale. Un'ispirazione che si è manifestata in persone normali, come te e come me. Persone che hanno deciso di condividere qualcosa con chiunque passasse di qui, anziché perdere i propri pensieri nei meandri della mente.
Perché chi deposita qualcosa in questa piccola banca non ha niente da perdere, ma chi apre questa pagina e legge qualche pezzo ha molto da guadagnare.
E allora... Buona lettura!

giovedì 31 dicembre 2009

Incrocio (part I)

8.06. Anche oggi in ritardo! Figurati se becco l'ascensore libero, questa è l'ora in cui tutti escono di casa. Va beh, anche oggi giù per le scale, chissà che prima o poi non mi modellino un po' i fianchi.
...
Mmm, dove ho messo l'abbonamento? ... Eccolo! Non ho mai capito perché in metro ci sia sempre vento... Arriva! Merda, proprio oggi che ho messo queste scarpe. Dai che ce la faccio, dai che ce la faccio... Ecco!
Uff... Erano anni che non correvo... E quando correvo pesavo qualche chilo in meno! Va beh, mi siedo.
...
Quel tipo mi sta guardando? Mmm, no.
No, sono io che lo sto guardando. Non l'ho mai visto. Chissà dove sta andando...
Non si pensa mai a quale storia ci sia dietro tutte le persone che si incrociano. Chissà, magari c'è una persona che non abbiamo mai visto e che se solo conoscessimo ci farebbe innamorare pazzamente. Tra l'altro 'sto tipo è anche carino... Non che lo giudichi da quello, ovviamente.
La prossima fermata è la mia. Chissà lui dove scende, quelli che stanno in piedi non si capisce mai se stanno per scendere o se hanno ancora molta strada da fare. Va beh, tocca a me.
...
Che freddo! Meno male che il pianeta si sta surriscaldando, qui siamo sotto zero!
"Ehi, guarda chi si vede, ciao! Come stai? Anch'io bene, grazie! Guarda, sono in ritardo, devo scappare... Ti chiamo quando esco, va bene? Ok, ciao!" Cacchio, non m'ero più fatta sentire... Stasera la chiamo.
Guarda un po' chi c'è dall'altra parte della strada! Dev'essere sceso alla mia stessa fermata. Chissà dove sta andando. Ops! Mi ha beccata mentre lo stavo guardando... E chi se ne frega, probabilmente non lo vedrò mai più. Anche se ora sarei curiosa di sapere dove va. Peccato che sia arrivata. Magari lo rivedrò domani o nei prossimi giorni! Come quel film in cui quella ragazza conosceva l'uomo della sua vita per caso... Va beh che io su questo argomento c'ho messo una pietra sopra da tempo. Però l'idea ritorna sempre, non c'è niente da fare.
Eccomi. Anche oggi l'ufficio è un caldo cubo che mi accoglie nella città gelata. "Ciao a tutti!"

mercoledì 30 dicembre 2009

Auguri

Per chi non aspetta il nuovo anno per sentirsi migliore, per una scelta importante, per diventare grande, per assaporare la libertà. Per chi non spera nel nuovo anno per una vita più facile, per vincere la lotteria, per avere più fortuna. Per chi non crede che il nuovo anno risolva i problemi e i casini di quello appena trascorso. Per chi non rimpiange il passato. Per chi ha gustato le gioie e sopportato gli errori di questo anno. Per chi si impegnerà con tutte le sue forze in un progetto in cui crede. Per chi suda e lotta perché la sua vita sia ogni giorno sempre più sua. Per chi ce la metterà tutta e poi sbaglierà. Per chi ce la metterà tutta e ce la farà. Per chi è capace di amare. Per chi ha il coraggio di non mentire a se stesso. Per chi ha la forza di capire i propri limiti. Per chi riuscirà a mettere da parte l’orgoglio. A perdonare un torto subito. Per chi accoglierà chiunque la penserà in modo diverso. Per chi farà pace col mondo. Per chi non maledirà il destino. Per chi sarà felice grazie alle sue mani. Per chi conoscerà il male. Per chi regalerà un sorriso a uno sconosciuto. Per chi farà ogni giorno una cosa che lo spaventa. Per chi vivrà il nuovo anno con intensità e passione.
Per tutti questi, che sia un buon anno.
Per tutti gli altri, che lo sia ancora di più.

venerdì 25 dicembre 2009

Un insolito Natale

E quindi la sera prima aveva conosciuto la sua compagna per la vita. Almeno per quanto gli riguardava. E oggi era Natale. Immaginate come si sentì Fred quando aprì gli occhi e vide la strada innevata. Dentro al suo piccolo petto il cuore cominciò a sussultare. In modo violento, continuo e sereno. Si destò dal torpore dei muscoli raggrinziti da una notte comunque troppo fredda. Fece una colazione veloce con quello che trovò. Subito fece due passi in strada. In piazzetta non c’era nessuno dei suoi, tranne due o tre che di solito non frequentava e che gli stavano alquanto sulle palle. Ma, al diavolo, oggi era Natale. Decise che era il caso di scambiare con loro almeno qualche parola. Almeno quelle di circostanza, almeno quelle da ascensore, almeno per gli auguri. Oggi, e oggi solo, era Natale. E poi la sua gioia doveva essere condivisa, perlomeno sprigionata. Due chiacchiere, quattro baci, otto arrivederci a presto. Poi di nuovo in strada, a fischiettare come un usignolo. Magari fossi un usignolo, pensò. Ma continuò lo stesso, stonato nonostante non stesse cantando. Machissenefrega, Natale era proprio oggi.

Tutti i suoi amici erano partiti ed ora lo pensavano da posti molto più caldi e accoglienti di quella fredda Torino. Molte volte avevano cercato di convincerlo ad andare con loro. Ma lui niente. La sua pigrizia e il pensiero di non farcela a sostenere tutte quelle ore di viaggio lo avevano paralizzato. Per quasi una settimana non si era mosso da casa. La verità era che la sua paura di viaggiare era folle. Di questo e di molto altro aveva parlato per mesi con lo psicologo che alla fine aveva dovuto ammettere di non aver mai trattato un caso così assurdo. Ma era proprio così cari amici, Fred aveva il terrore di volare.

Decise che era il caso di andare al parco. Oggi che era Natale non ci sarebbe stato nessuno, pensò. Aveva visto i giorni prima gente affannarsi per le strade, a strombazzare con i clacson, a mandarsi a quel paese per una precedenza non data, per un semaforo non rispettato, per…e in tutto questo lui se ne stava appollaiato al suo balcone. Timido scrutava. Al parco in effetti non c’era molta gente. Qualche suo collega ogni tanto passando gli faceva un cenno di saluto con la testa. E lui silenzioso ricambiava. La neve era ancora fresca quindi non era roba da poco trovare qualcosa che potesse somigliare a un pranzo di Natale come si deve. E sì perché oggi era Natale e anche il pranzo doveva esserne all’altezza. Non che avesse molta fame, Fred. Ma quasi per routine si era messo a fare un giro alla ricerca di un piatto succulento.

Sulla sua panchina preferita c’erano seduti una donna col suo bambino, così imbacuccato che sembrava un pupazzo di neve, o uno spaventapasseri. A questo pensiero Fred ebbe un brivido lungo tutta la schiena. Ma poi si fece forza e andò loro incontro. La donna aveva in mano un panino che prontamente passò al figlio, invitandolo con un gesto a metterlo in bocca e masticarlo. Il piccolo lo prese e mentre lo portava verso di sé notò Fred arrivare. Sorrise verso la madre, che ricambiò benevola. Si girò e si accovacciò verso il nostro amico. Stranamente non aveva paura, nonostante fosse nero come la pece. Gli tirò divertito qualche pezzo del suo pane, avendo cura di gettarlo in un punto dove la neve non si era posata. Fred aveva il cuore pieno di gioia per questo gesto pieno d’amore. Avrebbe voluto dimostrare la sua gratitudine al bimbo e alla sua mamma, ma sapeva bene che sarebbe stato frainteso. Così fece solo un piccolo inchino con la testa, si avvicinò al pezzo di pane, lo strinse fiero col suo becco, e poi volò via. Verso casa sua. Il pranzo di Natale era pronto. E non era mai stato così felice.

venerdì 18 dicembre 2009

Sorrisi

E' come quando parti. Magari di mattino presto. Magari con un bel sole che sale deciso. Magari d'estate. Con profumi e colori che riconosceresti in mezzo ad altri mille e che puoi trovare solo in una mattina di mezza estate col sole che sale deciso. Dietro di te. E tu stai lì, con il mondo davanti. La tua borsa e un indirizzo in mano. E un sacco a pelo. Tu e i tuoi occhiali da sole. Oppure, tu e il tuo passaporto. O ancora, tu e la tua maglietta preferita addosso. O meglio, tu e soltanto tu. E nessun altro. Nessun amico, nessuna ragazza, nessun cane, nessun fratello. E ti dici e ti ripeti che sarà fantastico, inaspettato, emozionante. Sarà, ma ti stai cagando addosso. E il treno arriva, più silenzioso che mai. O sono i tuoi pensieri ad essere così fottutamente rumorosi? Ti ripeti che sarà fantastico, inaspettato, emozionante. E sali mentre sputi fuori l'ultima boccata di fumo e lanci dai binari la sigaretta ancora accesa. Allora ti siedi in un posto qualsiasi. E fuori dal finestrino c'è il mondo che scorre lento. Ci sono le stazioni che passano tutte così uguali. C'è gente che si incontra, si scontra, si bacia, litiga, soccorre un malato, regala un gioiello, sorride, si innamora dopo anni, lavora dieci ore al giorno, si fa un bagno caldo, legge un buon libro,...Insomma fuori dal finestrino c'è vita. La stessa vita che ti sta scorrendo dentro, che senti tua e che vorresti percepire, fermare, discernere e gustare. Ma è un flusso troppo forte. Un fiume in piena che, pensi, non merita di essere interrotto. E allora lasci che ti possieda. Ad un tratto ti rendi conto che da quando hai aperto gli occhi non hai detto una sola parola. Sorridi. E pensi quanto sia assurdo che tutto quello che ti sta succedendo sia passato esclusivamente dalla tua testa. Che non abbia perso tempo con giri inutili dalla bocca. Fai un mugugno per sentirla, la tua voce. Che durante questa notte così assurda non sia cambiata. Non è cambiata. Sorridi di nuovo, pensando a quanto sei scemo.
Ti accorgi che di fronte a te è seduto un vecchietto. Avrà almeno centocinquantanni, pensi. Lo guardi. E' pieno di rughe. Ti ricordi di un articolo letto su una rivista del cazzo mentre aspettavi il tuo turno dal dentista. Diceva che ridere di gusto fa venire le rughe in fronte, alla lunga. Che articolo del cazzo. Lo guardi di nuovo, questa volta compiaciuto. Chissà dove sta andando, pensi. Chissà che vita ha alle spalle. Quali dolori, quanti angoli di felicità, quante amanti, quanti figli, quante guerre interiori, quanti tramonti sul mare. Lo osservi mentre sonnecchia. E poi, alla fine lo riconosci. Il treno si ferma. La prossima è la tua fermata. Lui si desta dal suo torpore. Ti guarda. E ti fa un bel sorriso.

lunedì 14 dicembre 2009

Istantanee

Tu sai quando un film è un buon film. Quando un libro è un buon libro. Quando un concerto è un buon concerto. Tu lo sai, lo sapete tutti, generosi lettori, è semplice: a un certo punto, d'improvviso, senti un brivido lungo la parte alta della schiena, proprio tra le scapole e il collo - come quando i capelli si infilano nel colletto della camicia -, senti questo brivido forte e caldo e sei felice perchè senti che sei vivo, le tue tre presenze magico-animistiche ballano in cerchio tenendosi per mano e la realtà è qualcosa di miracoloso e scintillante; senti il calore del mondo e per un istante puoi perfino intuire che forse c'è qualcosa di più che carne e sangue sotto la pelle.

Il villaggio

Se riducessimo tutta la popolazione della Terra a un piccolo villaggio di cento abitanti, lasciando intatte le proporzioni, il risultato sarebbe questo.

Il villaggio sarebbe abitato da:
8 africani
14 americani
21 europei
57 asiatici

Di questi:
48 sarebbero maschi
52 sarebbero femmine

Di questi:
30 sarebbero bianchi
70 non sarebbero bianchi

Di questi:
30 sarebbero cristiani
70 non sarebbero cristiani

Di questi:
89 sarebbero eterosessuali
11 sarebbero omosessuali

Di questi:
6 possiederebbero il 59% dell'intera ricchezza del villaggio
80 vivrebbero in baracche
70 sarebbero totalmente analfabeti
50 soffrirebbero di malnutrizione
1 sarebbe vicino alla morte
1 sarebbe vicino alla nascita
10 sperimenterebbero la guerra o la prigione o la tortura
25 avrebbero cibo nel frigo, un bagno e un letto
8 avrebbero dei risparmi in banca
1 avrebbe un'istruzione superiore. Solo uno, generosi lettori.

domenica 13 dicembre 2009

Christmas Particle










Non voglio molto per Natale,
non mi importa dei regali sotto l’albero,
realizza solo il mio desiderio…
Non ho bisogno di appendere la calza lì, sopra il caminetto.
Babbo Natale non mi renderà felice con un giocattolo.
Non chiederò molto questo Natale
non desidero neanche la neve
continuerò solo ad aspettare,
sotto il vischio.

Non starò neanche sveglio per sentire
i magici schiocchi delle renne.

Tutte le luci stanno brillando
così lucenti ovunque
e il suono delle risate dei bambini riempie l’aria
e tutti cantano.
Sento suonare le campanelle della slitta.
Babbo Natale mi porterai quello
di cui ho veramente bisogno?
Davanti alla mia porta
quello che voglio
è molto più di quanto potresti mai credere.
Realizza i miei desideri,
tutto quello che voglio per Natale sei tu…

domenica 21 giugno 2009

Sole

Mai era stata combattuta come questa volta.
Più volte in passato era giunta alla conclusione che guardare il sole tutto sommato le faceva male, che lo stare bene nei momenti in cui fissava la sua luce non era sufficiente a compensare i problemi che questo causava in tutti i momenti in cui il sole non c'era. Aveva deciso di limitare i periodi di esposizione per evitare di danneggiare troppo gli altri momenti e così aveva fatto.
Ora però stava fissando i suoi raggi e lo stava facendo ormai da un po' di tempo. Sapeva che presto ne avrebbe pagato le conseguenze, che quando il sole sarebbe calato avrebbe dovuto affrontare un periodo difficile, con l'abbaglio della sua luce che l'avrebbe ostacolata per un po' di tempo e le scottature sulla pelle che avrebbero bruciato a lungo, ma ora era lì come una lucertola a ricevere tutto quello che c'era da ricevere e in quel momento era quello che voleva.
Per lei era come una dipendenza: sapeva che sarebbe stato meglio non farlo, ma una parte di lei lo desiderava fortemente.
Completamente esposta, le sembrava di vederlo brillare attraverso le palpebre chiuse e attraversate dalla luce che pian piano le scaldava gli occhi, o forse semplicemente glieli stava seccando. Li socchiuse lentamente e fece entrare un raggio dentro di sé. Per quella volta decise di agire così, conscia che prima o poi sarebbe tornato il buio.

mercoledì 27 maggio 2009

Troppo tardi


Avanti il prossimo.

Ehm... buongiorno.

Ciao, un secondo che prendo la tua scheda... ecco.


Guardi, non so bene cosa sia successo... dove mi trovo?

Non ti hanno detto niente quelli del gabbiotto all'ingresso?

A dire il vero non ho visto nessuno.

Saranno in pausa pranzo...
Comunque, sei qui perché sei morto.

Morto?!? Oh merda, è vero! Ora ricordo l'incidente...

Bene. Allora, cos'hai fatto nella tua vita?

Ehm... Allora. Ho studiato... beh, studiato si fa per dire, comunque, poi avevo iniziato a lavorare da un anno e mezzo, frequentavo...

Aspetta. Forse non hai capito la domanda. Cos'hai fatto di significativo nella tua vita?

Come? Beh, per me tutto questo era significativo! Era la mia vita!

Mettiamola così: cos'è rimasto adesso sulla Terra della tua vita?

Mah, non lo so... Forse... i rapporti con le altre persone... gli amici, la famiglia...

Nient'altro?

Mmm... Non so, le mie cose... la mia casa, la mia moto...

Certo, le tue cose... Basta?

Forse sì.

In tutta la tua vita non hai combinato niente? Non è rimasta traccia sulla Terra del tuo passaggio?

Scusi, ma cosa potevo "combinare"? Ho vissuto solo 28 anni!

Cosa vuol dire? C'è gente che vive molto meno! Persone che arrivano qui a 16 anni magari hanno fatto molto più di altri che ne hanno vissuti 80!

Beh, ma io avevo grandi progetti! Per esempio, in una ventina di anni speravo di riuscire a diventare un pezzo grosso della mia azienda. Avevo il sogno di fare un grande viaggio e prima o poi l'avrei fatto. E poi avevo conosciuto una ragazza e stavo aspettando il momento giusto...

Ma scusa, questo è ciò che avresti voluto fare nel futuro, ma nei 28 lunghi anni che hai vissuto cos'hai fatto? Chi ti ha detto che avresti vissuto così a lungo? Non capita mica a tutti di arrivare a 90 anni!

Ma se non ci fosse stato l'incidente... Se avessi deciso di rimandare a domani la commissione che stavo andando a fare... O se non avessi annullato l'altro impegno...

Se, se, se... In ogni caso non avresti potuto prevedere cosa sarebbe successo! Hai dato per scontato di vivere chissà quanti anni, quando in realtà non potevi saperlo! Fanno tutti come te, progettano castelli per il loro ipotetico futuro e in realtà nel loro presente non combinano niente. Ho parlato con persone che da un giorno all'altro si sono svegliate con una malattia incurabile, molti arrivano qui ancor prima di essere nati! Tu invece hai avuto 28 anni di tempo...

Hai ragione. Ormai però è andata... Mi spiace.
Adesso cosa succede? Mi dovrete mica "punire"?

Punire? E a cosa servirebbe? E' troppo tardi anche per quello.
Ora, vedi quella porta in fondo? Entra lì, ti diranno cosa fare. Ciao, a presto!

Avanti il prossimo.

venerdì 24 aprile 2009

Oltre i limiti

Hai mai provato a superare i tuoi limiti?

Nel mondo moderno, così legato a una logica di massimizzazione del profitto, secondo me non viene sufficientemente considerata una componente che è basilare e spesso crea scenari molto lontani da quelli inizialmente prevedibili: la mente.

La testa, intesa non tanto come parte del corpo, quanto come insieme e meccanismo di ragionamenti e pensieri, è tanto fondamentale nella persona umana quanto sconosciuta alla scienza: quel che si sa sui meccanismi che agiscono internamente ad una persona e sul suo pensiero credo di poter dire che sia un ambito quasi inesplorato, nonostante i tanti studi condotti finora, i quali si sono imbattutti in una realtà molto complessa.
E' anche per questo che non è possibile ridurre gli eventi che coinvolgono l'uomo a una serie di formule che, date le informazioni iniziali significative, restituiscano un risultato che spiega in modo esaustivo quello che succede; non è possibile, almeno attualmente, formalizzare quello che succede nella testa.

Ma non è tutto qui quello che io intendo con la parola testa, bisogna tenere conto anche di una forma di energia e di forza che talvolta permette all'uomo di spingersi ben oltre il prevedibile, attraverso quei meccanismi che io, non so quanto propriamente, associo più alla parola mente.
Talvolta, alcune persone riescono utilizzare queste energie mentali grazie alle quali raggiungono obiettivi che vanno ben oltre l'immaginabile; il più delle volte, invece, credo che siamo noi ad essere in mano alla nostra mente, facendo dipendere le nostre azioni e reazioni da quei meccanismi che non conosciamo.
Non sappiamo controllare la mente.

Negli ultimi tempi l'uomo sta cercando di utilizzare queste energie, si veda come esempio l'effetto placebo, ormai utilizzato largamente in tecniche terapeutiche di ogni genere alternative alla medicina tradizionale.

Io credo che le energie potenzialmente possedute dalla mente siano davvero rilevanti. Posso dire per esperienza che già solo la convinzione nella possibilità di fare qualcosa (che è solo una piccola fetta di quel che può fare la mente, appartiene alla parte percepita e in qualche modo controllabile) aumenta considerevolmente le probabilità di successo, in un certo senso ostacola l'opera che la mente attua sulla persona per convincerla che forse non ce la può fare, togliendole di fatto energie.
La mente mente.

Immaginate cosa potremmo fare se riuscissimo a controllare ed utilizzare queste energie! Magari un giorno sarà possibile, allora forse sarà tutto diverso da adesso.

Quali credi siano i tuoi limiti?
Hai mai provato a superarli?
E' anche una questione di mente.

sabato 4 aprile 2009

Dialogo con Dio

Oggi voglio più che altro lasciarvi uno spunto, invitandovi a leggere qualcosa non scritto da me.
Premetto che reputo questo brano interessante per tutti: atei, agnostici e credenti in qualsiasi Dio. Si tratta di un ipotetico dialogo tra Dio e un mortale; il tema principale è quello del libero arbitrio, ma in realtà spazia su diversi argomenti.

Il racconto è preso dalla raccolta "L'io della mente" di Douglas Hofstadter e Daniel Dennett, si intitola "Dio è taoista?" ed è stato scritto dal filosofo e matematico Raymond Smullyan, il quale sembra sia apprezzato da credenti e non credenti.

Vi avverto che il dialogo non è cortissimo ed è spiccatamente logico, oltre che filosofico, ma a me ha preso particolarmente e spero che possa essere così anche per voi. Personalmente non mi trovo d'accordo su tutto, ma sicuramente la lettura di questo dialogo mi ha affascinato molto.

Potete leggerlo cliccando qui, quando arrivate al fondo della pagina cliccate su "continua" per le poche pagine successive.

Buona lettura, spero che vi piaccia. Se qualcuno avrà voglia di commentare qui cosa ne pensa, sarò felice e curioso di leggervi.

sabato 28 marzo 2009

Point particle

Tu che stai leggendo sei un perfetto esempio di point particle.
Il mondo in cui vivi è spaventosamente più grande di te, basterebbe paragonarti alla Terra, fisicamente minuscola rispetto alle dimensioni del sistema solare, a loro volta trascurabili rispetto all'intero universo.
Solo sulla Terra esistono più di 6.000.000.000 di esemplari della tua stessa specie, con quasi tutti non hai mai avuto e non avrai mai a che fare, sei come un granello di sabbia in una spiaggia sconfinata.
E non è tutto, non abbiamo ancora considerato la quarta variabile del nostro sistema, quella che ti rende ancora infinitamente più piccolo: il tempo. Quella che abbiamo descritto finora è una fotografia del mondo attuale, ma pensa a quante persone sono passate prima di te nelle centinaia di migliaia di anni di storia dell'uomo. Non so neanche se qualcuno si sia mai messo a cercare di calcolarlo.
Point particle.

Eppure non è qui che ti voglio portare.
Tenendo presente tutta la prima parte del post, pensa a quanto è grande il tuo mondo. I posti in cui sei stato, le relazioni che hai avuto e che hai continuamente, le persone con cui hai parlato o che hai sentito parlare, tutte le cose che hai fatto, le emozioni e i sentimenti che hai provato e i pensieri che sono passati per la tua testa.
Un mondo gigantesco.

Ognuna delle incalcolabili minuscole persone che hanno calpestato questa terra è descritta da un mondo gigantesco. E ognuno di questi mondi è costantemente in relazione con gli altri, ogni persona vivendo influenza anche impercettibilmente tutte quelle che gli stanno intorno e lo fa continuamente, in ogni momento. E queste a loro volta ne influenzano altre, portando non solo un contributo di loro stessi, ma anche di tutti quelli che li hanno influenzati fino a quel momento.
Questi infiniti contributi rimangono e rimarranno per sempre in questo mondo, attraverso le altre persone che ne portano involontariamente il segno e che lo diffondono continuamente. E tutte le incalcolabili persone passate finora sulla Terra hanno lasciato una traccia in tutto e tutti, e questa rimarrà per sempre.

Questo blog è e sarà un point particle nell'immensità della rete, ma anche lui, già solo per il fatto che tu hai letto questo primo post e ne rimarrai incontrollabilmente ed impercettibilmente influenzato, farà la sua parte nel mondo, per sempre.

Qui, quando vorrò farlo, scriverò quello che penso su un qualsiasi argomento sul quale avrò voglia di scrivere, e chiunque vorrà potrà farlo, a condizione di utilizzare questo spazio con serietà.

Probabilmente qualcuno mi crederà matto. Non ti preoccupare, quello che leggi qui è solo quello che penso.