E' come quando parti. Magari di mattino presto. Magari con un bel sole che sale deciso. Magari d'estate. Con profumi e colori che riconosceresti in mezzo ad altri mille e che puoi trovare solo in una mattina di mezza estate col sole che sale deciso. Dietro di te. E tu stai lì, con il mondo davanti. La tua borsa e un indirizzo in mano. E un sacco a pelo. Tu e i tuoi occhiali da sole. Oppure, tu e il tuo passaporto. O ancora, tu e la tua maglietta preferita addosso. O meglio, tu e soltanto tu. E nessun altro. Nessun amico, nessuna ragazza, nessun cane, nessun fratello. E ti dici e ti ripeti che sarà fantastico, inaspettato, emozionante. Sarà, ma ti stai cagando addosso. E il treno arriva, più silenzioso che mai. O sono i tuoi pensieri ad essere così fottutamente rumorosi? Ti ripeti che sarà fantastico, inaspettato, emozionante. E sali mentre sputi fuori l'ultima boccata di fumo e lanci dai binari la sigaretta ancora accesa. Allora ti siedi in un posto qualsiasi. E fuori dal finestrino c'è il mondo che scorre lento. Ci sono le stazioni che passano tutte così uguali. C'è gente che si incontra, si scontra, si bacia, litiga, soccorre un malato, regala un gioiello, sorride, si innamora dopo anni, lavora dieci ore al giorno, si fa un bagno caldo, legge un buon libro,...Insomma fuori dal finestrino c'è vita. La stessa vita che ti sta scorrendo dentro, che senti tua e che vorresti percepire, fermare, discernere e gustare. Ma è un flusso troppo forte. Un fiume in piena che, pensi, non merita di essere interrotto. E allora lasci che ti possieda. Ad un tratto ti rendi conto che da quando hai aperto gli occhi non hai detto una sola parola. Sorridi. E pensi quanto sia assurdo che tutto quello che ti sta succedendo sia passato esclusivamente dalla tua testa. Che non abbia perso tempo con giri inutili dalla bocca. Fai un mugugno per sentirla, la tua voce. Che durante questa notte così assurda non sia cambiata. Non è cambiata. Sorridi di nuovo, pensando a quanto sei scemo.
Ti accorgi che di fronte a te è seduto un vecchietto. Avrà almeno centocinquantanni, pensi. Lo guardi. E' pieno di rughe. Ti ricordi di un articolo letto su una rivista del cazzo mentre aspettavi il tuo turno dal dentista. Diceva che ridere di gusto fa venire le rughe in fronte, alla lunga. Che articolo del cazzo. Lo guardi di nuovo, questa volta compiaciuto. Chissà dove sta andando, pensi. Chissà che vita ha alle spalle. Quali dolori, quanti angoli di felicità, quante amanti, quanti figli, quante guerre interiori, quanti tramonti sul mare. Lo osservi mentre sonnecchia. E poi, alla fine lo riconosci. Il treno si ferma. La prossima è la tua fermata. Lui si desta dal suo torpore. Ti guarda. E ti fa un bel sorriso.
What if I say you're not like the others?
Point Particle è un blog nato per ospitare le idee e i pensieri di chiunque voglia scriverci. Nella sua pur breve vita, ha accolto e fatto leggere pezzi molto diversi, scritti da persone molto diverse. Pezzi che forse raccontano la storia di chi li ha scritti, o magari l'accarezzano soltanto. Frutti di un'ispirazione che a volte riesce a disporre le lettere una di fianco all'altra proprio in quel modo che ti fa provare qualcosa di speciale. Un'ispirazione che si è manifestata in persone normali, come te e come me. Persone che hanno deciso di condividere qualcosa con chiunque passasse di qui, anziché perdere i propri pensieri nei meandri della mente.
Perché chi deposita qualcosa in questa piccola banca non ha niente da perdere, ma chi apre questa pagina e legge qualche pezzo ha molto da guadagnare.
E allora... Buona lettura!
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