What if I say you're not like the others?


Point Particle è un blog nato per ospitare le idee e i pensieri di chiunque voglia scriverci. Nella sua pur breve vita, ha accolto e fatto leggere pezzi molto diversi, scritti da persone molto diverse. Pezzi che forse raccontano la storia di chi li ha scritti, o magari l'accarezzano soltanto. Frutti di un'ispirazione che a volte riesce a disporre le lettere una di fianco all'altra proprio in quel modo che ti fa provare qualcosa di speciale. Un'ispirazione che si è manifestata in persone normali, come te e come me. Persone che hanno deciso di condividere qualcosa con chiunque passasse di qui, anziché perdere i propri pensieri nei meandri della mente.
Perché chi deposita qualcosa in questa piccola banca non ha niente da perdere, ma chi apre questa pagina e legge qualche pezzo ha molto da guadagnare.
E allora... Buona lettura!

venerdì 25 dicembre 2009

Un insolito Natale

E quindi la sera prima aveva conosciuto la sua compagna per la vita. Almeno per quanto gli riguardava. E oggi era Natale. Immaginate come si sentì Fred quando aprì gli occhi e vide la strada innevata. Dentro al suo piccolo petto il cuore cominciò a sussultare. In modo violento, continuo e sereno. Si destò dal torpore dei muscoli raggrinziti da una notte comunque troppo fredda. Fece una colazione veloce con quello che trovò. Subito fece due passi in strada. In piazzetta non c’era nessuno dei suoi, tranne due o tre che di solito non frequentava e che gli stavano alquanto sulle palle. Ma, al diavolo, oggi era Natale. Decise che era il caso di scambiare con loro almeno qualche parola. Almeno quelle di circostanza, almeno quelle da ascensore, almeno per gli auguri. Oggi, e oggi solo, era Natale. E poi la sua gioia doveva essere condivisa, perlomeno sprigionata. Due chiacchiere, quattro baci, otto arrivederci a presto. Poi di nuovo in strada, a fischiettare come un usignolo. Magari fossi un usignolo, pensò. Ma continuò lo stesso, stonato nonostante non stesse cantando. Machissenefrega, Natale era proprio oggi.

Tutti i suoi amici erano partiti ed ora lo pensavano da posti molto più caldi e accoglienti di quella fredda Torino. Molte volte avevano cercato di convincerlo ad andare con loro. Ma lui niente. La sua pigrizia e il pensiero di non farcela a sostenere tutte quelle ore di viaggio lo avevano paralizzato. Per quasi una settimana non si era mosso da casa. La verità era che la sua paura di viaggiare era folle. Di questo e di molto altro aveva parlato per mesi con lo psicologo che alla fine aveva dovuto ammettere di non aver mai trattato un caso così assurdo. Ma era proprio così cari amici, Fred aveva il terrore di volare.

Decise che era il caso di andare al parco. Oggi che era Natale non ci sarebbe stato nessuno, pensò. Aveva visto i giorni prima gente affannarsi per le strade, a strombazzare con i clacson, a mandarsi a quel paese per una precedenza non data, per un semaforo non rispettato, per…e in tutto questo lui se ne stava appollaiato al suo balcone. Timido scrutava. Al parco in effetti non c’era molta gente. Qualche suo collega ogni tanto passando gli faceva un cenno di saluto con la testa. E lui silenzioso ricambiava. La neve era ancora fresca quindi non era roba da poco trovare qualcosa che potesse somigliare a un pranzo di Natale come si deve. E sì perché oggi era Natale e anche il pranzo doveva esserne all’altezza. Non che avesse molta fame, Fred. Ma quasi per routine si era messo a fare un giro alla ricerca di un piatto succulento.

Sulla sua panchina preferita c’erano seduti una donna col suo bambino, così imbacuccato che sembrava un pupazzo di neve, o uno spaventapasseri. A questo pensiero Fred ebbe un brivido lungo tutta la schiena. Ma poi si fece forza e andò loro incontro. La donna aveva in mano un panino che prontamente passò al figlio, invitandolo con un gesto a metterlo in bocca e masticarlo. Il piccolo lo prese e mentre lo portava verso di sé notò Fred arrivare. Sorrise verso la madre, che ricambiò benevola. Si girò e si accovacciò verso il nostro amico. Stranamente non aveva paura, nonostante fosse nero come la pece. Gli tirò divertito qualche pezzo del suo pane, avendo cura di gettarlo in un punto dove la neve non si era posata. Fred aveva il cuore pieno di gioia per questo gesto pieno d’amore. Avrebbe voluto dimostrare la sua gratitudine al bimbo e alla sua mamma, ma sapeva bene che sarebbe stato frainteso. Così fece solo un piccolo inchino con la testa, si avvicinò al pezzo di pane, lo strinse fiero col suo becco, e poi volò via. Verso casa sua. Il pranzo di Natale era pronto. E non era mai stato così felice.

2 commenti:

  1. ...Ma Fred è un uccello...e ha paura di volare!!!ihihihih

    Anche qst volta sei stato Bbbbravo Bille...

    Laura

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  2. davvero bello!!
    un bel racconto di Natale Bille!!
    Federica

    RispondiElimina

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