What if I say you're not like the others?


Point Particle è un blog nato per ospitare le idee e i pensieri di chiunque voglia scriverci. Nella sua pur breve vita, ha accolto e fatto leggere pezzi molto diversi, scritti da persone molto diverse. Pezzi che forse raccontano la storia di chi li ha scritti, o magari l'accarezzano soltanto. Frutti di un'ispirazione che a volte riesce a disporre le lettere una di fianco all'altra proprio in quel modo che ti fa provare qualcosa di speciale. Un'ispirazione che si è manifestata in persone normali, come te e come me. Persone che hanno deciso di condividere qualcosa con chiunque passasse di qui, anziché perdere i propri pensieri nei meandri della mente.
Perché chi deposita qualcosa in questa piccola banca non ha niente da perdere, ma chi apre questa pagina e legge qualche pezzo ha molto da guadagnare.
E allora... Buona lettura!

venerdì 6 maggio 2011

News from Australia part 8


Visto che è Pasqua mi sembra giusto proporvi qualcosa di diverso dal classico aggiornamento. So che per qualcuno di voi è tempo di trasformarsi in cantastorie, quindi la mia personale sorpresa dentro l’uovo è una vecchia favola aborigena, riadattata e tradotta dal sottoscritto, che penso vi piacerà:

C’era una volta un giovane di nome Inuku che viveva in un piccolo villaggio vicino al mare insieme alla sua famiglia e ai suoi antenati. Il ragazzo aveva sedici anni e da sedici anni nessuno l’aveva mai sentito pronunciare una sola parola. Questo non accadeva perché Inuku fosse muto o non avesse voglia di chiacchierare con gli altri. No, Inuku non poteva parlare con nessuno per colpa di un sortilegio. Sua madre, infatti, non riuscendo ad avere figli da suo marito, che pure l’amava, si era rivolta ad uno stregone di un villaggio vicino, chiedendogli conforto per questa terribile situazione. Lo sciamano era tornato da lei al ventesimo giorno, con queste parole: “Potrai avere un unico figlio a cui sarà negata la parola a qualsiasi essere umano. Le uniche creature con cui potrà intendersi saranno le piante della terra che ci accoglie”.

Dall’età di sei anni Inuku divenne quindi pratico della giungla e, anziché imparare le storie delle stelle per i suoi futuri discendenti, si educava tra gli alberi e gli arboscelli. Essi, sulle prime un po’ titubanti, l’avevano infine accolto nel loro mondo, e ora lo trattavano come un amico e un fratello. C’era addirittura chi lo trattava come fosse un figlio: costui era il Grande Saggio, l’albero più anziano e maestoso di tutta la foresta, che con la sua immensa chioma riempiva di ombra tutta la terra. La sua saggezza era riconosciuta perfino dagli animali e lui aveva sempre un buon consiglio per tutti. Di Inuku era voluto diventare il maestro personale perché negli occhi gli aveva riconosciuto il fuoco della sapienza. Così il ragazzo, desideroso di conoscere le cose del mondo, ogni mattina si incamminava dal suo villaggio e, dopo aver raggiunto la lontana foresta, si lasciava cullare dalle fronde del suo vecchio amico, con il quale discuteva per lunghi momenti sulla caccia, sul vento del Sud, sugli spiriti del Bene e del Male, sull’acqua che scorre da sempre e su altro da cui venivano ispirati.

Un giorno Il Grande Saggio vide arrivare Inuku pensieroso e dall’aria preoccupata: “Cosa ti turba amico mio?” chiese il fusto. “Ieri, mentre andavo a prendere l’acqua, ho incontrato una ragazza che, guardandomi negli occhi, mi ha sorriso ed è fuggita. il mio cuore ha iniziato a battere forte e ho avuto il desiderio di seguirla. Non capisco perché”. “Ah che bella cosa. Oggi hai scoperto cos è l’Amore, fanciullo caro”. Così da quel giorno l’albero e il ragazzo parlarono anche del più magico e misterioso segreto della Vita, senza mai perdere di vista anche il resto.

Ma qualche tempo dopo Inuku giunse nel bosco turbato e scuro in volto. Puntò il dito dritto contro il Grande Saggio e disse: “Tutto questo è ingiusto, perché è toccato a me? Spiegami come si può amare senza parlare.” La quercia in silenzio rifletté ed infine disse chiaro: “Puoi ascoltare. L’Amore è soprattutto questo”. Ma Inuku non si convinse di quella risposta e per una settimana non si fece vedere nella foresta. Il Grande Saggio sapeva che il suo amico aveva il cuore ferito da un problema a cui non poteva esserci una vera risoluzione, così decise di fare l’unica cosa che era in grado di fare: radunò tutti i suoi amici, animali compresi, raccontò loro la triste condizione in cui si trovava il giovane uomo e spiegò loro che era arrivato per lui il tempo di lasciarli, perché il suo amico necessitava del suo aiuto.

Preparò quindi le sue cose e, levando da terra le sue lunghe radici, lentamente si incamminò verso il villaggio. Inuku, nel vederlo giungere in lontananza, quasi non credeva ai suoi occhi e subito non capì perché il suo amico stesse facendo tutto questo. Gli andò incontro e lo abbracciò tanto forte da farsi male: “Perché ti sei mosso dalla foresta amico mio?”. “Non c’è niente al mondo che voglia di più della tua felicità. Ormai io sono vecchio, ed ogni posto è buono per riposarmi. Ma tu sei giovane e la tua vita deve essere all’altezza della tua bontà. Il tuo cuore è grande e merita di essere aiutato”. “Ti ringrazio per queste parole piene di vita. Ma come farai?” chiese commosso Inuku. “Ora vedrai” disse il Grande Saggio e si andò a sistemare al centro del villaggio, e subito la sua ombra si estese su tutte le capanne. “Va’ e porta qui la tua amata. Ti rivolgerai a lei come se parlassi a me, e la tua bocca non sarà più silenziosa”. Inuku corse e fece quello che l’amico gli aveva spiegato. Finalmente riuscì ad esprimere tutto quello che in questo tempo aveva colmato con gli sguardi e i due si poterono finalmente dichiarare e scegliere.

Fu così che i ragazzi si sposarono e costruirono la loro capanna tra le fronde del Grande Saggio. Ebbero venti bambini che vennero cresciuti dalla sapienza della natura e impararono il linguaggio dell’universo.

Piaciuta? Bene, son contento! Ora come sempre qualche veloce news per non farvi perdere il contatto con il mondo australiano:

  • Mary ha portato Me ed Alex alla scoperta di posti sconosciuti dai turisti e davvero mozzafiato. Ho finalmente caricato un po’ di foto per la gioia dei vostri occhi e ho anche incontrato il Grande Saggio che era tornato nella foresta a salutare i suoi vecchi amici e a far loro gli auguri di buona Pasqua. Allego la sua foto!
  • In settimana ho avuto un po’ di febbre dovuta al maledetto continuo sbalzo di temperatura a cui non mi abituerò mai.
  • Passerò la Pasqua in una zona qui vicino che dicono essere stupenda, vi farò sapere.
  • Ho interrotto, da buon insegnante, le lezioni di italiano per il periodo pasquale. Non so come stia andando per Micayla, nel senso che spero stia imparando qualcosa, ma io mi sto divertendo un casino a riscoprire tutta la grammatica e a trovare un modo intelligente per spiegarla a chi non ne sa niente. Davvero una delle cose più affascinanti che mi sia capitato di fare.
  • Fabio Billero si fa la barba quasi tutti i giorni. Spero che il suo alter-ego non prenda la stessa brutta abitudine una volta tornato a casa.
  • Ho finalmente visto i canguri, di cui allego foto. Non ci credevo, ma devo ammettere che esistono davvero e non sono un’invenzione della Coca-Cola.

Direi che anche per stavolta ho detto tutto. Vi auguro una Pasqua serena e ricca di scoperte.

Per la rubrica “Proverbi italiani che non hanno senso se li dici in Australia” questa volta come non proporvi un aggiornamento a tema:

Non è bella la Pasqua se non gocciola la frasca.

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