What if I say you're not like the others?


Point Particle è un blog nato per ospitare le idee e i pensieri di chiunque voglia scriverci. Nella sua pur breve vita, ha accolto e fatto leggere pezzi molto diversi, scritti da persone molto diverse. Pezzi che forse raccontano la storia di chi li ha scritti, o magari l'accarezzano soltanto. Frutti di un'ispirazione che a volte riesce a disporre le lettere una di fianco all'altra proprio in quel modo che ti fa provare qualcosa di speciale. Un'ispirazione che si è manifestata in persone normali, come te e come me. Persone che hanno deciso di condividere qualcosa con chiunque passasse di qui, anziché perdere i propri pensieri nei meandri della mente.
Perché chi deposita qualcosa in questa piccola banca non ha niente da perdere, ma chi apre questa pagina e legge qualche pezzo ha molto da guadagnare.
E allora... Buona lettura!

sabato 23 aprile 2011

News from Australia part 6

Alle superiori, soprattutto durante gli ultimi due anni, io e i miei compagni abbiamo avuto la grande fortuna di avere con i nostri professori, o con buona parte di essi, un bellissimo rapporto basato sul rispetto e sulla fiducia reciproca. Nel tempo per alcuni di noi tutto questo si è trasformato in una preziosa amicizia che coltiviamo con estrema felicità ormai da anni.

Questo andare d’accordo con gli insegnanti portava con sé alcuni notevoli vantaggi, non tanto dal punto di vista scolastico, quanto sul piano umano. Il “benefit” più grande che ho avuto il piacere di beccarmi è stato, per buona parte della quarta e per tutta la quinta superiore, ricevere un passaggio dalla mia professoressa di Arte che, quando coincidevano i nostri orari, mi aspettava e mi portava a casa.

Anche qui, dall’altra parte del mondo, la mia insegnante abita a due passi da casa mia. Entrambi infatti abitiamo nella ridente White Rock, che sembra più un nome da Flinstones che un paesino immerso nel verde della periferia di Cairns. Con immensa generosità la settimana scorsa mi ha fatto presente che le veniva comodo, se volevo, passare a prendere sia me che Alex per portarci a scuola. E cavolo se volevo. Ne ho subito parlato ad Alex che, se non avesse avuto la compostezza e la riservatezza tipiche di un coreano, mi avrebbe stampato un bacio in fronte.

Ed è così da lunedì ogni mattina ci facciamo questo viaggetto di un quarto d’ora con Michelle, parlando e scherzando con lei, chiacchierando di suo figlio che è piccolino e ha i soliti malanni dei bambini, ascoltando un po’ della sua storia prima che si sposasse, raccontando un po’ delle nostre vite e dei nostri sogni, facendoci indicare i migliori ristoranti della città avendo la certezza che nessuno dei due avrà mai la voglia e il coraggio di entrarci e via dicendo.

Tutto questo inoltre ci permette una serie di vantaggi da non sottovalutare. Nell’ordine mi vengono in mente: una sveglia decente, una preparazione meno frenetica, un viaggio che dura trenta minuti di meno, parlare con serenità, e soprattutto la possibilità di viaggiare senza l’aria artica del condizionatore. In realtà anche Michelle, come tutti gli australiani, ha una passione smisurata e incomprensibile per i sbalzi eccessivi di temperatura, ma io, che in macchina metto le mani dappertutto e faccio sempre come se fosse mia, chiedendo il permesso spengo il congegno porta-polmonite senza troppi problemi.

Il discorso dell’aria condizionata vi sembrerà una stupidata, ma se vedeste lo sperpero di energia che ogni negozio fa, sparando temperature polari e tenendo le porte costantemente spalancate, e metteste tutto questo in relazione al più grande buco dell’ozono del mondo che gravita sopra le teste di questi quattro inciviloni, capireste che la cosa sarebbe da affrontare con un tantino in più di serietà.

Passando ad altro, dovete sapere che questa settimana è stata nominata dal sottoscritto la “Settimana in cui tutta l’Australia taglia il proprio giardino di casa”. Ovunque passassi infatti vedevo gente che, con il proprio tagliaerba e una faccia serena e luminosa, tagliava con cura il suo prezioso spazio verde. Se mentre passavo, il nostro sguardo si incrociava, loro alzavano il braccio in segno di saluto che io generalmente ricambiavo con un sorriso grande così.

Tutto ciò mi ha portato inoltre ad avere una importantissima consapevolezza della quale ho gioito notte e giorno fino ad oggi. La scoperta ha del clamoroso, ma è tanto vera quanto lo sono i fazzoletti intatti rinchiusi nella mia valigia: a queste latitudini la mia allergia a tutto ciò che ha un colore verde, dalle ronde alle betulle, non esiste. Sparita, scomparsa, non pervenuta come l’opposizione, anche la simpatica allergia ha deciso di non rispondere presente. Ne sono davvero entusiasta e lo è anche, e soprattutto, la mia amica Amazzonia che in questi mesi lascerò in pace. Secondo molti studiosi infatti il mio naso sarebbe tra le prime cause della deforestazione mondiale e si calcola che in un anno faccia fuori una quantità di fazzoletti che basterebbe per coprire uno spazio grande come tre campi di calcio. Sarà anche vero, ma non in questi tre mesi.

Hasta la natura siempre!

E ora in breve le news della settimana:

  • Ho un nuovo compagno di scuola, finalmente con gli occhi come i miei. Si chiama Janos, è ungherese, ha 40 anni, due figli e una moglie. Va pazzo per il calcio, in particolare per il Barcellona, e ha trovato in me, in quanto italiano, il nuovo Messia. E’ simpatico, ma vaglielo a spiegare che preferirei parlare di come si riproducono i fenicotteri piuttosto che di Balotelli & Co.
  • Mary, quando andiamo a dormire, ci dice sempre: “Goodnight Love!”. Che vi devo dire, vado a dormire più contento.
  • Inizio a capire i conducenti dei pullman quando mi parlano. E’ universalmente riconosciuto che questo aspetto sia da considerare il punto di svolta per la comprensione di una nuova lingua.

Visto che ho la grande fortuna di sapere che perdete un po’ del vostro tempo a leggere queste baggianate, questa settimana ho pensato di darvi un paio (per la verità tre) di consigli per gli acquisti.

Consiglio Cinematografico (quello a cui tengo di più). So che è uscito il film di Boris, che è giustissimo andare a vedere per un sacco di buoni motivi; ma è da poco uscito un altro grande film che ho la sensazione che non sarà un granché pubblicizzato. Si tratta de “La fine è il mio inizio”, storia degli ultimi mesi di vita di Tiziano Terzani, immenso giornalista e viaggiatore. Il film è tratto dall’omonimo libro, scritto a quattro mani da Tiziano e da suo figlio Folco, e ripercorre l’intera loro vita tra ricordi, racconti, bilanci e sogni di un’esistenza spremuta al massimo e vissuta con grande consapevolezza e umiltà. Se non vi basta vi dico che nel cast c’è Elio Germano e che io su questo libro avevo fatto il mio tema di maturità!

Consiglio Musicale. Ho scoperto da poco tempo tale Paolo Benvegnù. Sonorità un po’ da capire, sicuramente non per tutti i gusti e tutte le stagioni, inizialmente può risultare di difficile ascolto. Ma se si ha la giusta pazienza, che è doveroso concedere all’Arte, se ne carpisce infine tutta la poesia e la genialità. L’etichetta che gli hanno affibbiato – sbrigativa come ogni etichetta - lo vuole il nuovo “filosofo del Rock italiano”. Chiedendomi chi fosse arrivato prima di lui a filosofeggiare a suon di chitarra distorta, vi consiglio un ascolto risolutore.

Consiglio Letterario. Partendo per questa esperienza, avevo bisogno di portare con me un libro che parlasse di viaggi, di fantasie, di strade che si intrecciano, di grandi aspirazioni e magie. Avevo infatti la necessità di accompagnare la mia esperienza con qualcosa che le somigliasse il più possibile. Ho trovato tutto ciò in “Come la Madonna è arrivata sulla Luna”, un bel romanzo gitano che incrocia fede e comunismo, zingari matti e duri montanari, sfide impossibili e sogni che si possono realizzare. Se non sapete che leggere, questo è un buon titolo.

Per la rubrica “Proverbi italiani che non hanno senso se li dici in Australia” questa volta è il turno di:

L’erba del vicino è sempre più verde.

N. B. Su questo proverbio non ho la certezza che se lo dici qui non abbia senso, ma era solo in onore della “Settimana in cui tutta l’Australia taglia il proprio giardino di casa”. Non vogliatemi male per questo.

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