8.06. Anche oggi in ritardo! Figurati se becco l'ascensore libero, questa è l'ora in cui tutti escono di casa. Va beh, anche oggi giù per le scale, chissà che prima o poi non mi modellino un po' i fianchi.
...
Mmm, dove ho messo l'abbonamento? ... Eccolo! Non ho mai capito perché in metro ci sia sempre vento... Arriva! Merda, proprio oggi che ho messo queste scarpe. Dai che ce la faccio, dai che ce la faccio... Ecco!
Uff... Erano anni che non correvo... E quando correvo pesavo qualche chilo in meno! Va beh, mi siedo.
...
Quel tipo mi sta guardando? Mmm, no.
No, sono io che lo sto guardando. Non l'ho mai visto. Chissà dove sta andando...
Non si pensa mai a quale storia ci sia dietro tutte le persone che si incrociano. Chissà, magari c'è una persona che non abbiamo mai visto e che se solo conoscessimo ci farebbe innamorare pazzamente. Tra l'altro 'sto tipo è anche carino... Non che lo giudichi da quello, ovviamente.
La prossima fermata è la mia. Chissà lui dove scende, quelli che stanno in piedi non si capisce mai se stanno per scendere o se hanno ancora molta strada da fare. Va beh, tocca a me.
...
Che freddo! Meno male che il pianeta si sta surriscaldando, qui siamo sotto zero!
"Ehi, guarda chi si vede, ciao! Come stai? Anch'io bene, grazie! Guarda, sono in ritardo, devo scappare... Ti chiamo quando esco, va bene? Ok, ciao!" Cacchio, non m'ero più fatta sentire... Stasera la chiamo.
Guarda un po' chi c'è dall'altra parte della strada! Dev'essere sceso alla mia stessa fermata. Chissà dove sta andando. Ops! Mi ha beccata mentre lo stavo guardando... E chi se ne frega, probabilmente non lo vedrò mai più. Anche se ora sarei curiosa di sapere dove va. Peccato che sia arrivata. Magari lo rivedrò domani o nei prossimi giorni! Come quel film in cui quella ragazza conosceva l'uomo della sua vita per caso... Va beh che io su questo argomento c'ho messo una pietra sopra da tempo. Però l'idea ritorna sempre, non c'è niente da fare.
Eccomi. Anche oggi l'ufficio è un caldo cubo che mi accoglie nella città gelata. "Ciao a tutti!"
What if I say you're not like the others?
Point Particle è un blog nato per ospitare le idee e i pensieri di chiunque voglia scriverci. Nella sua pur breve vita, ha accolto e fatto leggere pezzi molto diversi, scritti da persone molto diverse. Pezzi che forse raccontano la storia di chi li ha scritti, o magari l'accarezzano soltanto. Frutti di un'ispirazione che a volte riesce a disporre le lettere una di fianco all'altra proprio in quel modo che ti fa provare qualcosa di speciale. Un'ispirazione che si è manifestata in persone normali, come te e come me. Persone che hanno deciso di condividere qualcosa con chiunque passasse di qui, anziché perdere i propri pensieri nei meandri della mente.
Perché chi deposita qualcosa in questa piccola banca non ha niente da perdere, ma chi apre questa pagina e legge qualche pezzo ha molto da guadagnare.
E allora... Buona lettura!
giovedì 31 dicembre 2009
mercoledì 30 dicembre 2009
Auguri
Per chi non aspetta il nuovo anno per sentirsi migliore, per una scelta importante, per diventare grande, per assaporare la libertà. Per chi non spera nel nuovo anno per una vita più facile, per vincere la lotteria, per avere più fortuna. Per chi non crede che il nuovo anno risolva i problemi e i casini di quello appena trascorso. Per chi non rimpiange il passato. Per chi ha gustato le gioie e sopportato gli errori di questo anno. Per chi si impegnerà con tutte le sue forze in un progetto in cui crede. Per chi suda e lotta perché la sua vita sia ogni giorno sempre più sua. Per chi ce la metterà tutta e poi sbaglierà. Per chi ce la metterà tutta e ce la farà. Per chi è capace di amare. Per chi ha il coraggio di non mentire a se stesso. Per chi ha la forza di capire i propri limiti. Per chi riuscirà a mettere da parte l’orgoglio. A perdonare un torto subito. Per chi accoglierà chiunque la penserà in modo diverso. Per chi farà pace col mondo. Per chi non maledirà il destino. Per chi sarà felice grazie alle sue mani. Per chi conoscerà il male. Per chi regalerà un sorriso a uno sconosciuto. Per chi farà ogni giorno una cosa che lo spaventa. Per chi vivrà il nuovo anno con intensità e passione.
Per tutti questi, che sia un buon anno.
Per tutti gli altri, che lo sia ancora di più.
Per tutti questi, che sia un buon anno.
Per tutti gli altri, che lo sia ancora di più.
venerdì 25 dicembre 2009
Un insolito Natale
E quindi la sera prima aveva conosciuto la sua compagna per la vita. Almeno per quanto gli riguardava. E oggi era Natale. Immaginate come si sentì Fred quando aprì gli occhi e vide la strada innevata. Dentro al suo piccolo petto il cuore cominciò a sussultare. In modo violento, continuo e sereno. Si destò dal torpore dei muscoli raggrinziti da una notte comunque troppo fredda. Fece una colazione veloce con quello che trovò. Subito fece due passi in strada. In piazzetta non c’era nessuno dei suoi, tranne due o tre che di solito non frequentava e che gli stavano alquanto sulle palle. Ma, al diavolo, oggi era Natale. Decise che era il caso di scambiare con loro almeno qualche parola. Almeno quelle di circostanza, almeno quelle da ascensore, almeno per gli auguri. Oggi, e oggi solo, era Natale. E poi la sua gioia doveva essere condivisa, perlomeno sprigionata. Due chiacchiere, quattro baci, otto arrivederci a presto. Poi di nuovo in strada, a fischiettare come un usignolo. Magari fossi un usignolo, pensò. Ma continuò lo stesso, stonato nonostante non stesse cantando. Machissenefrega, Natale era proprio oggi.
Tutti i suoi amici erano partiti ed ora lo pensavano da posti molto più caldi e accoglienti di quella fredda Torino. Molte volte avevano cercato di convincerlo ad andare con loro. Ma lui niente. La sua pigrizia e il pensiero di non farcela a sostenere tutte quelle ore di viaggio lo avevano paralizzato. Per quasi una settimana non si era mosso da casa. La verità era che la sua paura di viaggiare era folle. Di questo e di molto altro aveva parlato per mesi con lo psicologo che alla fine aveva dovuto ammettere di non aver mai trattato un caso così assurdo. Ma era proprio così cari amici, Fred aveva il terrore di volare.
Decise che era il caso di andare al parco. Oggi che era Natale non ci sarebbe stato nessuno, pensò. Aveva visto i giorni prima gente affannarsi per le strade, a strombazzare con i clacson, a mandarsi a quel paese per una precedenza non data, per un semaforo non rispettato, per…e in tutto questo lui se ne stava appollaiato al suo balcone. Timido scrutava. Al parco in effetti non c’era molta gente. Qualche suo collega ogni tanto passando gli faceva un cenno di saluto con la testa. E lui silenzioso ricambiava. La neve era ancora fresca quindi non era roba da poco trovare qualcosa che potesse somigliare a un pranzo di Natale come si deve. E sì perché oggi era Natale e anche il pranzo doveva esserne all’altezza. Non che avesse molta fame, Fred. Ma quasi per routine si era messo a fare un giro alla ricerca di un piatto succulento.
Sulla sua panchina preferita c’erano seduti una donna col suo bambino, così imbacuccato che sembrava un pupazzo di neve, o uno spaventapasseri. A questo pensiero Fred ebbe un brivido lungo tutta la schiena. Ma poi si fece forza e andò loro incontro. La donna aveva in mano un panino che prontamente passò al figlio, invitandolo con un gesto a metterlo in bocca e masticarlo. Il piccolo lo prese e mentre lo portava verso di sé notò Fred arrivare. Sorrise verso la madre, che ricambiò benevola. Si girò e si accovacciò verso il nostro amico. Stranamente non aveva paura, nonostante fosse nero come la pece. Gli tirò divertito qualche pezzo del suo pane, avendo cura di gettarlo in un punto dove la neve non si era posata. Fred aveva il cuore pieno di gioia per questo gesto pieno d’amore. Avrebbe voluto dimostrare la sua gratitudine al bimbo e alla sua mamma, ma sapeva bene che sarebbe stato frainteso. Così fece solo un piccolo inchino con la testa, si avvicinò al pezzo di pane, lo strinse fiero col suo becco, e poi volò via. Verso casa sua. Il pranzo di Natale era pronto. E non era mai stato così felice.
Tutti i suoi amici erano partiti ed ora lo pensavano da posti molto più caldi e accoglienti di quella fredda Torino. Molte volte avevano cercato di convincerlo ad andare con loro. Ma lui niente. La sua pigrizia e il pensiero di non farcela a sostenere tutte quelle ore di viaggio lo avevano paralizzato. Per quasi una settimana non si era mosso da casa. La verità era che la sua paura di viaggiare era folle. Di questo e di molto altro aveva parlato per mesi con lo psicologo che alla fine aveva dovuto ammettere di non aver mai trattato un caso così assurdo. Ma era proprio così cari amici, Fred aveva il terrore di volare.
Decise che era il caso di andare al parco. Oggi che era Natale non ci sarebbe stato nessuno, pensò. Aveva visto i giorni prima gente affannarsi per le strade, a strombazzare con i clacson, a mandarsi a quel paese per una precedenza non data, per un semaforo non rispettato, per…e in tutto questo lui se ne stava appollaiato al suo balcone. Timido scrutava. Al parco in effetti non c’era molta gente. Qualche suo collega ogni tanto passando gli faceva un cenno di saluto con la testa. E lui silenzioso ricambiava. La neve era ancora fresca quindi non era roba da poco trovare qualcosa che potesse somigliare a un pranzo di Natale come si deve. E sì perché oggi era Natale e anche il pranzo doveva esserne all’altezza. Non che avesse molta fame, Fred. Ma quasi per routine si era messo a fare un giro alla ricerca di un piatto succulento.
Sulla sua panchina preferita c’erano seduti una donna col suo bambino, così imbacuccato che sembrava un pupazzo di neve, o uno spaventapasseri. A questo pensiero Fred ebbe un brivido lungo tutta la schiena. Ma poi si fece forza e andò loro incontro. La donna aveva in mano un panino che prontamente passò al figlio, invitandolo con un gesto a metterlo in bocca e masticarlo. Il piccolo lo prese e mentre lo portava verso di sé notò Fred arrivare. Sorrise verso la madre, che ricambiò benevola. Si girò e si accovacciò verso il nostro amico. Stranamente non aveva paura, nonostante fosse nero come la pece. Gli tirò divertito qualche pezzo del suo pane, avendo cura di gettarlo in un punto dove la neve non si era posata. Fred aveva il cuore pieno di gioia per questo gesto pieno d’amore. Avrebbe voluto dimostrare la sua gratitudine al bimbo e alla sua mamma, ma sapeva bene che sarebbe stato frainteso. Così fece solo un piccolo inchino con la testa, si avvicinò al pezzo di pane, lo strinse fiero col suo becco, e poi volò via. Verso casa sua. Il pranzo di Natale era pronto. E non era mai stato così felice.
venerdì 18 dicembre 2009
Sorrisi
E' come quando parti. Magari di mattino presto. Magari con un bel sole che sale deciso. Magari d'estate. Con profumi e colori che riconosceresti in mezzo ad altri mille e che puoi trovare solo in una mattina di mezza estate col sole che sale deciso. Dietro di te. E tu stai lì, con il mondo davanti. La tua borsa e un indirizzo in mano. E un sacco a pelo. Tu e i tuoi occhiali da sole. Oppure, tu e il tuo passaporto. O ancora, tu e la tua maglietta preferita addosso. O meglio, tu e soltanto tu. E nessun altro. Nessun amico, nessuna ragazza, nessun cane, nessun fratello. E ti dici e ti ripeti che sarà fantastico, inaspettato, emozionante. Sarà, ma ti stai cagando addosso. E il treno arriva, più silenzioso che mai. O sono i tuoi pensieri ad essere così fottutamente rumorosi? Ti ripeti che sarà fantastico, inaspettato, emozionante. E sali mentre sputi fuori l'ultima boccata di fumo e lanci dai binari la sigaretta ancora accesa. Allora ti siedi in un posto qualsiasi. E fuori dal finestrino c'è il mondo che scorre lento. Ci sono le stazioni che passano tutte così uguali. C'è gente che si incontra, si scontra, si bacia, litiga, soccorre un malato, regala un gioiello, sorride, si innamora dopo anni, lavora dieci ore al giorno, si fa un bagno caldo, legge un buon libro,...Insomma fuori dal finestrino c'è vita. La stessa vita che ti sta scorrendo dentro, che senti tua e che vorresti percepire, fermare, discernere e gustare. Ma è un flusso troppo forte. Un fiume in piena che, pensi, non merita di essere interrotto. E allora lasci che ti possieda. Ad un tratto ti rendi conto che da quando hai aperto gli occhi non hai detto una sola parola. Sorridi. E pensi quanto sia assurdo che tutto quello che ti sta succedendo sia passato esclusivamente dalla tua testa. Che non abbia perso tempo con giri inutili dalla bocca. Fai un mugugno per sentirla, la tua voce. Che durante questa notte così assurda non sia cambiata. Non è cambiata. Sorridi di nuovo, pensando a quanto sei scemo.
Ti accorgi che di fronte a te è seduto un vecchietto. Avrà almeno centocinquantanni, pensi. Lo guardi. E' pieno di rughe. Ti ricordi di un articolo letto su una rivista del cazzo mentre aspettavi il tuo turno dal dentista. Diceva che ridere di gusto fa venire le rughe in fronte, alla lunga. Che articolo del cazzo. Lo guardi di nuovo, questa volta compiaciuto. Chissà dove sta andando, pensi. Chissà che vita ha alle spalle. Quali dolori, quanti angoli di felicità, quante amanti, quanti figli, quante guerre interiori, quanti tramonti sul mare. Lo osservi mentre sonnecchia. E poi, alla fine lo riconosci. Il treno si ferma. La prossima è la tua fermata. Lui si desta dal suo torpore. Ti guarda. E ti fa un bel sorriso.
Ti accorgi che di fronte a te è seduto un vecchietto. Avrà almeno centocinquantanni, pensi. Lo guardi. E' pieno di rughe. Ti ricordi di un articolo letto su una rivista del cazzo mentre aspettavi il tuo turno dal dentista. Diceva che ridere di gusto fa venire le rughe in fronte, alla lunga. Che articolo del cazzo. Lo guardi di nuovo, questa volta compiaciuto. Chissà dove sta andando, pensi. Chissà che vita ha alle spalle. Quali dolori, quanti angoli di felicità, quante amanti, quanti figli, quante guerre interiori, quanti tramonti sul mare. Lo osservi mentre sonnecchia. E poi, alla fine lo riconosci. Il treno si ferma. La prossima è la tua fermata. Lui si desta dal suo torpore. Ti guarda. E ti fa un bel sorriso.
lunedì 14 dicembre 2009
Istantanee
Tu sai quando un film è un buon film. Quando un libro è un buon libro. Quando un concerto è un buon concerto. Tu lo sai, lo sapete tutti, generosi lettori, è semplice: a un certo punto, d'improvviso, senti un brivido lungo la parte alta della schiena, proprio tra le scapole e il collo - come quando i capelli si infilano nel colletto della camicia -, senti questo brivido forte e caldo e sei felice perchè senti che sei vivo, le tue tre presenze magico-animistiche ballano in cerchio tenendosi per mano e la realtà è qualcosa di miracoloso e scintillante; senti il calore del mondo e per un istante puoi perfino intuire che forse c'è qualcosa di più che carne e sangue sotto la pelle.
Il villaggio
Se riducessimo tutta la popolazione della Terra a un piccolo villaggio di cento abitanti, lasciando intatte le proporzioni, il risultato sarebbe questo.
Il villaggio sarebbe abitato da:
8 africani
14 americani
21 europei
57 asiatici
Di questi:
48 sarebbero maschi
52 sarebbero femmine
Di questi:
30 sarebbero bianchi
70 non sarebbero bianchi
Di questi:
30 sarebbero cristiani
70 non sarebbero cristiani
Di questi:
89 sarebbero eterosessuali
11 sarebbero omosessuali
Di questi:
6 possiederebbero il 59% dell'intera ricchezza del villaggio
80 vivrebbero in baracche
70 sarebbero totalmente analfabeti
50 soffrirebbero di malnutrizione
1 sarebbe vicino alla morte
1 sarebbe vicino alla nascita
10 sperimenterebbero la guerra o la prigione o la tortura
25 avrebbero cibo nel frigo, un bagno e un letto
8 avrebbero dei risparmi in banca
1 avrebbe un'istruzione superiore. Solo uno, generosi lettori.
Il villaggio sarebbe abitato da:
8 africani
14 americani
21 europei
57 asiatici
Di questi:
48 sarebbero maschi
52 sarebbero femmine
Di questi:
30 sarebbero bianchi
70 non sarebbero bianchi
Di questi:
30 sarebbero cristiani
70 non sarebbero cristiani
Di questi:
89 sarebbero eterosessuali
11 sarebbero omosessuali
Di questi:
6 possiederebbero il 59% dell'intera ricchezza del villaggio
80 vivrebbero in baracche
70 sarebbero totalmente analfabeti
50 soffrirebbero di malnutrizione
1 sarebbe vicino alla morte
1 sarebbe vicino alla nascita
10 sperimenterebbero la guerra o la prigione o la tortura
25 avrebbero cibo nel frigo, un bagno e un letto
8 avrebbero dei risparmi in banca
1 avrebbe un'istruzione superiore. Solo uno, generosi lettori.
domenica 13 dicembre 2009
Christmas Particle
Non voglio molto per Natale,
non mi importa dei regali sotto l’albero,
realizza solo il mio desiderio…
Non ho bisogno di appendere la calza lì, sopra il caminetto.
Babbo Natale non mi renderà felice con un giocattolo.
Non chiederò molto questo Natale
non desidero neanche la neve
continuerò solo ad aspettare,
sotto il vischio.
Non starò neanche sveglio per sentire
i magici schiocchi delle renne.
Tutte le luci stanno brillando
così lucenti ovunque
e il suono delle risate dei bambini riempie l’aria
e tutti cantano.
Sento suonare le campanelle della slitta.
Babbo Natale mi porterai quello
di cui ho veramente bisogno?
Davanti alla mia porta
quello che voglio
è molto più di quanto potresti mai credere.
Realizza i miei desideri,
tutto quello che voglio per Natale sei tu…
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