What if I say you're not like the others?


Point Particle è un blog nato per ospitare le idee e i pensieri di chiunque voglia scriverci. Nella sua pur breve vita, ha accolto e fatto leggere pezzi molto diversi, scritti da persone molto diverse. Pezzi che forse raccontano la storia di chi li ha scritti, o magari l'accarezzano soltanto. Frutti di un'ispirazione che a volte riesce a disporre le lettere una di fianco all'altra proprio in quel modo che ti fa provare qualcosa di speciale. Un'ispirazione che si è manifestata in persone normali, come te e come me. Persone che hanno deciso di condividere qualcosa con chiunque passasse di qui, anziché perdere i propri pensieri nei meandri della mente.
Perché chi deposita qualcosa in questa piccola banca non ha niente da perdere, ma chi apre questa pagina e legge qualche pezzo ha molto da guadagnare.
E allora... Buona lettura!

lunedì 5 luglio 2010

Finzione letteraria

Rubrica Che ne sarà del mondo? Di Elena Doni

Cari affezionati lettori, questo è l'ultimo articolo per questa rubrica che apparirà su questo giornale. Tra meno di quarantotto ore dirò addio a questa meravigliosa città guardandola farsi sempre più lontana e piccola dal finestrino di un aereo pronto a sorvolare l'oceano; direzione la piovosa, aristocratica, bellissima Londra. Mi sembra già di sentirne l'atmosfera addosso.
Questo è il mio ultimo articolo per New York.
Mi sembra impossibile dover scrivere per lettori che non siano “i miei” , arrivare la mattina in un ufficio diverso, senza quella piccola stampa rossa incorniciata sulla parete. Senza quel “vecchio” stereo sullo scaffale, ormai veterano di guerra nell'era degli ipod touch e della musica scaricata direttamente da youtube, ancora perfetto per ascoltare Jeff Buckley, senza quella pila di scartoffie, lettere, commenti, nuove idee e nuove critiche che Mary lascia ogni mattina sull'angolo destro della mia scrivania -anche stamattina erano esattamente lì, tutto era esattamente lì-. Senza essere passata prima a prendere il mio caffè sulla 55esima , senza essere passata davanti all'edicola di Joe e senza il saluto della Signora Witmann che lavora nel negozio accanto.
Non so ancora se riuscirò a raccontare qualcosa, scrivere di qualcuno, dire a persone che saranno spaventosamente sconosciute che ne sarà del mondo, che ne sarà delle guerre, degli accordi di pace e di cooperazione, di chi soffre la fame e di chi tenta di estinguerla, delle paure e delle piccole gioie della gente comune, delle nostre giornate. Non so come potrò farlo lontana da quello che negli ultimi due anni è stato il mio regno, il mio piccolo gelosissimo e ancor più caotico mondo, qui, in un piccolo angolo di America. Ma l'importante in fondo non sarà come e per chi scriverò io. Ciò che davvero mi interessa sarà che cosa leggerete voi: di qualunque cosa vi parleranno, vi scriveranno, esigete fermamente che vi raccontino il vero, che vi descrivano le cose come stanno, senza pretendere di dirvi ed insegnarvi perchè accadano e quale sia il loro significato. Non lasciate che quasi senza che ve ne possiate accorgere vi privino del diritto e della capacità di giudicare in prima persona e di chiedere trasparenza ed onestà -almeno ai giornali, almeno a chi vi racconta-. Pretendete che vi vengano tutte le vicende importanti, con tutte le loro sfaccettature e con tutti gli scenari che aprono, ma pretendete anche di essere sempre voi a valutare quanto siano davvero importanti e quale sfumatura vi sembra intonarsi meglio con gli altri colori. Soprattutto continuate a leggere, continuate ad andare in edicola da Joe ogni mattina, ad andare in libreria una volta ogni paio di settimane. Continuate a comunicare. E continuate a raccontare.

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