Le luci di Natale che illuminano il Borgo riflettono tutto l'intricato artificio e la sofisticata finzione di questo Natale. E di tutti i Natali.
Nell'aria risuonano i passi veloci della gente che sembra inseguire solo se stessa dietro all'ultimo regalo, o al primo. La gente che cammina senza fermarsi a guardare, a respirare, la gente che si nasconde sotto queste luci, che nasconde uno sguardo spento, che nasconde una finzione.
Tutti parlano, al telefonino. E nessuno parla. Nessuno si domanda. Nessuno si arrabbia. Tutti recitano perfettamente il copione del Natale. Comprano regali, vanno sempre più di fretta, e comprano i biglietti, quelli più piccoli, con solo lo spazio per gli auguri e non una parola di più. Questo potente rito commerciale, povero proprio perchè ostenta ricchezza e imperativi di consumo, inautentico perchè uguale dappertutto, chiassoso nell'esteriorità ma silenzioso ai cuori, ecco questo Natale ha cancellato il Natale. Quell'altro. Quello fatto di piccole cose, di parole vere, di una tavola che non conosce sprechi, quello che in fondo vorrebbe mettere in discussione la gigantesca macchina frenetica della finzione.
Non il Natale buonista, paternalista, moralista. Non il Natale precario, quello appeso ad un filo sottile.
Una zingara sui gradini della Chiesa non ha nemmeno più voglia di chiedere l'elemosina. L'uomo che vende le caldarroste sorride solo quando si avvicina qualche cliente, se no guarda immobile il fumo delle castagne che sale per sparire offuscato dalle luci.
I passi sono sempre più veloci, sempre più rumorosi, le voci sempre più uguali. Voci di una tristezza profondamente sola e solitaria, unica vera protagonista di questa commedia diretta male.
Fino a quando ci sarà qualcuno che si accorge di questa commedia del Natale e si sforza di vivere quell'altro Natale, non dobbiamo perdere la speranza che l'uomo si ravveda!
RispondiEliminaTu che sei sensibile vivi il tuo Natale a squarciagola e vedrai che riuscirai a trascinare qualcuno in quella splendida follia che è fatta di amore e condivisione, e quel Dio che non è nato in una reggia ma in una stalla nascerà ancora per te e per tutti! Buon Natale
Nonnananna